Mattarella e i meme: il successo del Presidente (anche) sui social

Già da qualche giorno, attraverso meme divertenti, il popolo del web iniziava ad azzardare l’ipotesi che Sergio Mattarella sarebbe stato rieletto Presidente della Repubblica.

Nonostante Mattarella avesse più volte ribadito di non essere più intenzionato a ricoprire tale carica, alla fine però i meme hanno avuto ragione.

Mattarella – infatti – è diventato uno  dei presidenti più amati nella storia della Repubblica: la più alta carica istituzionale dello Stato con un forte impatto pop sulla cultura del nostro Paese.

Un consenso ottenuto non solo grazie alla sua compostezza e alla sua educata ironia – qualità che gli hanno consentito di raggiungere anche le giovani generazioni e farsi eleggere come eroe positivo – ma anche al suo saper essere “involontariamente virale” in rete

Durante il suo mandato, infatti, è nata una vera community dei Mattarellers: ecco perché su piattaforme come Facebook, Instagram e Twitter sono state create diverse pagine come Le bimbe di Mattarella, Mattarella ascolta cose e I silenzi di Re Sergio, che fino ad oggi stanno riscuotendo davvero un gran seguito.

Momenti “storici” come i fuori onda relativi al messaggio rivolto agli Italiani durante il lockdown con la giustificazione dei capelli fuori posto o la sua esultanza da tifoso per il gol della nazionale durante la finale di Euro 2021 a Wembley, hanno dato il via alla creazione di meme legati alla figura di Mattarella.

Oltre – naturalmente – al suo operato politico ed istituzionale, la produzione di meme su Mattarella – infatti – ha influito molto sul suo successo tra gli Italiani. Probabilmente perché ha portato una nuova narrazione del presidente della Repubblica, più umana e – di conseguenza – maggiormente coinvolgente.

I meme e la politica

A chi non è mai capitato di imbattersi in un meme per poi condividerlo sui social o in privato con i propri amici? La forza dei meme, infatti, risiede proprio nel potenziale di condivisione e di riconoscibilità.

Da qualche anno, anche l’universo della politica è diventato strumento e oggetto di una vera e propria comunicazione digitale.

Ricordi l’intervista rilasciata da Matteo Renzi alla BBC in passato e ritornata virale poco tempo fa? Ad essere prese di mira sono state le competenze linguistiche di Matteo Renzi, riprese e modificate in chiave ironica. Il risultato? Coinvolgimento tra gli utenti e grande visibilità per il protagonista, seppur ridicolizzato. 

“Io sono Giorgia” – invece – sono state le parole pronunciate da Giorgia Meloni durante un comizio che ribadiva il suo allineamento ai valori della famiglia tradizionale. La produzione di un video remix creato nel 2019 da MEM & J che, distorcendo le sue affermazioni, è diventato virale sui social e ha avuto l’effetto contrario di rilanciare e rendere popolari le parole della Meloni, addirittura avvicinandola alla comunità LGBTQA+.

A prescindere dalle intenzioni, l’efficacia e la popolarità dei meme nel mondo social può davvero portare ad una familiarizzazione con la politica, soprattutto tra gli utenti più giovani.

Proprio grazie ai meme, la nuova generazione sta iniziando a riconoscere meglio i personaggi politici e i contenuti che li caratterizzano, come accaduto di recente con la figura di Mario Draghi. Da “Games of Throne” a “SuperMario”, il premier incaricato ha vissuto mesi da vera star dei social, pur non essendo attivo su queste piattaforme.

In un certo senso, quindi, i meme possono essere considerati veri e propri strumenti di partecipazione collettiva perché danno la possibilità agli utenti – e quindi ai cittadini – di appropriarsi di una certa narrazione politica, spesso distorcendola in modo comico, ma arricchendola di nuovi significati e riflessioni.

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