Un meme è un immagine, un video, un testo o un’azione, di natura tipicamente umoristica, che viene copiata e diffusa rapidamente su internet.
Ogni giorno scrollando i social ci imbattiamo in un’infinita quantità di meme: ne inaliamo i fumi passivamente e ne rimaniamo assuefatti. La maggior parte di noi ne sottovaluta il potenziale: sfruttando questa espressione culturale è possibile infatti affrontare ogni tematica con estrema leggerezza, raggiungendo un pubblico vastissimo.
Cercando il termine “meme” in Urban Dictionary, il dizionario dello slang più importante al mondo, come top definition risulta la frase: The cure of depression”. Senza dubbio parliamo della tipologia di contenuto più forte di internet, diffuso, semplice e dall’impatto immediato: una forma di intrattenimento unica, volta all’humor, che spesso sfocia in movimento artistico.
Contenuto virale e Meme non sono la stessa cosa
Per capire cosa è un meme, è necessario individuare ciò che gli somiglia. Il termine “virale” è infatti considerato erroneamente come sinonimo, occorre quindi fare una distinzione:
- Il virale è un contenuto che raggiunge una visibilità altissima in maniera imprevedibile. Le dinamiche che portano a ottenere questo fenomeno non sono chiare e non seguono alcuna regola: è un oggetto che si riproduce all’infinito, in maniera sempre uguale;
- Il meme, come esposto da Alessandro Lolli al TEDx di Bari, si reinventa invece costantemente mantenendo la sua struttura, la sua “cornice memetica“. Un confine questo che rappresenta il cuore stesso del contenuto, lo rende declinabile in mille varianti, configurandosi come un qualcosa di parzialmente uguale ma capace di assumere qualsiasi forma.
Formare una ciurma!
I meme si immergono tra leitmotiv e topos a bordo di culture e subculture, citano e interpretano elementi che le persone riconoscono, creando dei legami che conducono a delle interazioni tra utenti.
Attraverso i meme è facile trovare tratti comuni tra le persone. Non sono solo contenuti da veicolare per raggiungere la viralità, il goal è quello di riunire un nucleo di persone che si legano alle tematiche nelle quali il meme naviga, dando vita a una community.
La subcultura dei meme è un oceano, se ci si cade dentro senza precauzioni ci si ritrova alla deriva, in balia delle onde. Come ogni forma culturale ha diversi strati secondo i quali può essere fruita: più si allantana dal mainstream andando in profondità, più sarà difficile comprenderla e sapere come nuotarci. Bisogna costruire una barca e saper remare con calma per veicolarla in forma di marketing.
Fare branding attraverso i meme
Attenzione: utilizzare un contenuto nativo di internet e comprendere il suo linguaggio è tutto fuorché facile.
Le community altamente profilate e affezionate nate in questa cultura sono oro per i brand. Adattare il contenuto del meme al giusto target è la fase più complicata del processo. È fondamentale individuare l’user persona e plasmare il contenuto sui suoi gusti. Intrattenere attraverso elementi nei quali si riconosce, distinguendosi dal resto della concorrenza. Essere di impatto nel momento in cui verrà fruito creando intrattenimento che sappia informare sul brand ma in maniera non invasiva.
Fare meme branding rivolgendosi esclusivamente alla tipologia di utenza più superficiale può essere estremamente contro producente: utilizzare meme più riconoscibili raggiunge sicuramente un pubblico più ampio ma con molto meno engage. È più conveniente veicolare il nostro messaggio attraverso contenuti di nicchia. Seppur meno popolari, hanno potenzialità maggiori: fidelizzano, colpiscono e si prestano a tassi di condivisione ben più ampi.
Un’arma pericolosa
Per fare branding attraverso i meme è importante rimanere al passo con i trend e le novità che nascono ogni giorno. La comunità dei meme riconosce con facilità “gli impostori” ed è poco cordiale nei confronti di chi entra in questo mondo senza rispettarlo. Facebook e Instagram sono saturi di aziende che provano a spammare il loro brand attraverso meme obsoleti e digeriti migliaia di volte dal pubblico: fallire è inevitabile.
Il nostro cervello è abilissimo a categorizzare l’adv e ignorarla, strutturare il meme come una pubblicità standardizzata ci penalizza nel momento in cui vogliamo fare marketing con questa tipologia di contenuto.
Se la personalità che traspare dai tuoi account social è empatica, genuina e reale, allora i meme diventano perfetti per una comunicazione efficace. Se usati in modo schematico e distaccato, rischieresti di danneggiare la reputation del tuo brand.
Si tratta di un’arte difficile da padroneggiare, che richiede una perfetta conoscenza del settore per riuscire ad ottenere dei risultati.
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