TikTok è il social network sulla bocca di tutti, che sia in continua ascesa è chiaro e i motivi sono molteplici. Ma sembra che questo stia infastidendo i riservatissimi Stati Uniti e che stia segnando l’inizio della guerra dei software.
Dati alla mano:
TikTok è un Social Network.
600 milioni di utenti.
Disponibile in 150 mercati e in 75 lingue diverse.
180 milioni di download negli ultimi tre mesi.
Ennesimo successo di quel mattacchione di Mark Zuckerberg?
No.
Le origini di TikTok
TikTok è una piattaforma di condivisione video che comprende un editor built-in molto avanzato, con cui gli utenti, disponendo di una grande varietà di filtri ed effetti di montaggio, possono sbizzarrirsi e creare contenuti di genere veramente vario: balletti, mini-sketch comici, parodie musicali, lips-sync, etc.
Può sembrarvi strano, ma il social network del momento non ha avuto natali a stelle e strisce, bensì proviene dalla Cina. La società che ne detiene la proprietà, infatti, si chiama Bytedance ed è una startup con sede a Pechino.
La Storia del successo di TikTok inizia nel 2014, quando i due sviluppatori Alex Zhu e Luyu Yang decidono di lanciare un’applicazione dal nome Musical.ly, che fosse un perfetto equilibrio tra elementi visuali e musicali e avesse come target i teenagers di tutto il mondo.
Musical.ly ebbe un grande successo e nel 2016 venne acquisita da Bytedance per una cifra vicina al miliardo di euro. È proprio da qui che Bytedance, che disponeva già di una applicazione dal nome TikTok, nel 2018 decide di fonderla con Musical.ly per allargarne il bacino di utenza.
Musical.ly cesserà di esistere ufficialmente il 2 agosto 2018.
La scelta pare essere stata azzeccata: al momento risulta essere, nell’ultimo trimestre del 2019, la terza applicazione più scaricata del mondo, davanti a mostri del calibro di Facebook e Instagram, rispettivamente 4° e 5°.
TikTok è il social che viene dal futuro
Filippo Tommaso Marinetti nel suo “Manifesto del Futurismo” del 1909 aveva intuito la direzione del mondo, anche se l’aveva precorsa un po’ troppo presto.
Noi affermiamo che la magnificenza del mondo si é arricchita di una bellezza nuova; la bellezza della velocità.
Tutto questo sta succedendo oggi e TikTok è solo l’ultima espressione del dominio della velocità.
In un mondo sempre più frenetico, l’intrattenimento e la cultura si stanno sforzando di sfruttare al massimo il poco tempo che ormai siamo disposti a concedergli. In radio non sentirete mai più un brano che superi i 4 minuti, in biblioteca non troverete mai più un libro di 1000 pagine che non sia stato scritto più di mezzo secolo fa. Essendo ormai attori protagonisti della scena culturale mondiale, i Social Network si devono adeguare.
La parola d’ordine è: Velocità.
Se guardiamo rapidamente alle nostre spalle, alla storia dei Social Network, possiamo notare una inesorabile e progressiva riduzione del tempo e dello spazio concesso ai contenuti per veicolare il loro messaggio.
Facebook, il pater familias del social network come lo intendiamo oggi, dava, e dà tutt’ora, uno spazio di espressione quasi illimitato, dove i video che vengono postati non hanno limiti di durata e i testi che vengono scritti non hanno limiti di lunghezza.
Poi arrivò Twitter e la leggenda dei mitici 140 caratteri. Nel postare su Twitter non è possibile scrivere testi che comprendano più di 140 caratteri, in questo modo il messaggio è più immediato e richiede sempre meno attenzione; il dono della sintesi sembra rivelarsi un’abilità imprescindibile.
In seguito comparse Instagram… e scomparvero i testi. Ma ecco, siamo nel XXI secolo, chi è quel dinosauro che ancora legge? Instagram eliminò quasi del tutto la parte testuale, rilegandola alla funzione di mera didascalia per i contenuti multimediali.
Infine eccoci arrivati al fenomeno TikTok: video non più lunghi di 60 secondi, una frasetta a descrizione del video, qualche tag. PUNTO.
Probabilmente TikTok deve il proprio successo proprio a questa sua velocità caratteristica, interpretando in maniera perfetta il mondo all’interno del quale si dispiegano le vite dei suoi utenti e permettendo, dunque, una via di espressione efficacissima.
Gli elementi che giustificherebbero il clamoroso successo di questa applicazione sono molteplici: la leggerezza dei contenuti è uno dei fiori all’occhiello di questa piattaforma. Aprendo la home di un qualsiasi profilo si è travolti da immagini e video di tutti i tipi e di tutti i colori.
La serietà non trova spazio e tutto sembra essere concepito all’insegna del gioco e della spensieratezza. Non a caso l’età della maggioranza degli utenti di questa applicazione è compresa tra i 13 e i 19 anni.
Da “bello per forza” a “chi se ne frega”
Instagram è il territorio di modelli, influencers, ragazze e ragazzi bellissimi, seguiti da una folla di ammiratori pronti a prendere spunto per il nuovo paio di scarpe e il nuovo taglio di capelli.
TikTok dispone di un altro punto di forza che lo rende molto diverso da un Social Network come Instagram, che, di primo acchito, potrebbe sembrare molto simile. Su TikTok se sei un po’ in carne o non hai il six-pack non frega niente a nessuno.
Se i tuoi video sono fatti bene, sono divertenti e spontanei, hai già raggiunto l’obiettivo che dovrebbe porsi un contenuto tipico di TikTok.
È già possibile, dunque, avere un buon numero di persone pronte a seguirti, senza che ci sia la necessità di fotografarsi in abiti succinti e pose provocanti.
Stati Uniti VS Cina
Purtroppo però, quando girano molti soldi e molti interessi, le cose ci mettono un attimo a diventare pesanti.
Così, nelle ultime settimane, TikTok è entrata nel mirino della CFIUS (Comitato sugli Investimenti Esteri negli Stati Uniti d’America), l’organo che analizza le implicazioni per la sicurezza nazionale degli investimenti stranieri in terra statunitense.
Il problema sembra essere rappresentato dal fatto che un’azienda cinese, come TikTok, conterebbe in America ben 122 milioni di utenti attivi. L’America, si sa, è una nazione riservata, che non vede troppo di buon occhio il viaggio transoceanico di tutti questi dati personali.
I rapporti commerciali tra Cina e Stati Uniti non sono idilliaci e il fatto che un colosso cinese disponga dei dati personali di così tanti cittadini americani porta il governo a stelle e strisce attuale (che non spicca certamente per la sua esterofilia) a storcere il naso.
Non si è mai troppo prudenti e i sospetti Americani si sono concretizzati pochi giorni fa quando una studentessa californiana ha citato in giudizio TikTok accusandolo di aver utilizzato i suoi dati, tra cui video e informazioni personali, e di averli trasferiti senza il suo consenso in Cina.
È la prima causa negli Usa contro TikTok. Forse la prima di una lunga serie.
La guerra dei software
TikTok sta crescendo tantissimo e sta già facendo concorrenza a Facebook Company e tutti i suoi scagnozzi.
Se le grandi aziende americane e asiatiche già da molti anni si stanno dando battaglia nel campo degli hardware, basti pensare alla rivalità commerciale tra Apple e Samsung, ora siamo di fronte alle prime luci di un nuovo conflitto.
TikTok è il primo Social Network asiatico ad essersi imposto nel mondo occidentale e sembra aver inaugurato la guerra dei software.