Gig Economy VS Creator Economy: qual è la differenza?

In 30 secondi:

  • It’s all about ” le economie dei lavoretti”;
  • Contratti on-demand? Gig Worker;
  • Influenzare le scelte d’acquisto delle NewGen? Content Creator.

Breaking news: interrompiamo la quotidiana navigazione social per sviscerare – a grande richiesta – uno degli argomenti più dibattuti dai brand negli ultimi tempi: Gig Economy VS Creator Economy.

Proprio così: è ora di seguire l’intervista doppia che aspettavi da tempo, per capire (finalmente) somiglianze e differenze tra le “economie dei lavoretti”.

Sei prontə a scoprire quali vantaggi hanno in serbo per il tuo brand?

La Gig Economy e i Gig Worker

Ai microfoni risponde per prima la Gig Economy che – coniata nel 2009 da Tina Brown, ex redattrice di The New Yorker – rappresenta la “mercificazione” dei lavori freelance basati sulla conoscenza.

Definiti “Gig Worker”, infatti, i lavoratori della Gig Economy sono indipendenti, lavorano part-time e possono stipulare contratti on-demand con il tuo brand.

Per un’azienda – quindi – scegliere di collaborare con loro significa rispondere rapidamente alle opportunità del mercato, ampliare il raggio d’azione del brand e raggiungere nuovi mercati.

“Gig Worker” – quindi – è sinonimo di flessibilità, efficienza e disponibilità

Sì, lo sappiamo che al termine “Gig Worker” hai sempre associato gli autisti di Uber, Deliveroo o Alfonsino ma… Flash news: ne fanno parte anche web designer, fotografi, creatori di contenuti o sviluppatori.

La differenza con i Creator sta tutta nell’istruzione: il 47% dei Gig Worker, infatti, possiede un diploma, il 16% una laurea. Quindi sì: sono creativi, ma professionisti del settore.

L’avresti mai detto?

La Creator Economy e i Creator

Le risposte della Creator Economy non tardano ad arrivare: questo termine è stato coniato per la prima volta nel 2011 da YouTube per riferirsi agli YouTuber, come alternativa a “Star di YouTube”.

A differenza della Gig Economy, la Creator Economy rappresenta l’economia di chi si guadagna da vivere attraverso la propria arte e individualità: ecco perché viene definita anche come “Passion Economy” o “economia della monetizzazione individuale”.

Secondo un’indagine di SignalFire, 303 milioni tra Influencer, blogger, artisti, musicisti, produttori, editori, autori possono essere definiti Creator: la loro caratteristica principale è quella di amplificare messaggi in rete e produrre contenuti originali in base al proprio stile.

Per entrare a far parte della Creator Economy il tuo brand dovrebbe:

  • ricercare dei trend da seguire;
  • selezionare i Creator che rispecchiano al meglio la tua brand identity;
  • scegliere tra le canzoni più amate (l’84% dei video di YouTube, ad esempio, contiene almeno 10 secondi di musica);
  • aprire – per tempo – un profilo social.

Riesci a cogliere i vantaggi tailor made per il tuo brand? (Tranquillə, te li mostriamo noi).


Content Creator rappresenta la Creator Economy

Creator Economy: come raggiungere le nuove generazioni

A microfoni spenti non possiamo fare altro che essere sinceri con te.

Sapevi che Creator e Influencer, oggi, rappresentano il 56% delle nuove generazioni? Sì, ti stiamo proprio spoilerando la percentuale di NewGen che lavora per influenzare le scelte d’acquisto delle NewGen: i consumatori di oggi.

Se l’obiettivo del tuo brand è quello di entrare nel mondo della Creator Economy dovresti iniziare a pensare al Creator come a una sorta di collaboratore, indispensabile dall’ideazione del brief allo sviluppo creativo del tuo progetto.

Se secondo una classifica di Statista, la Gig Economy si preparerebbe a incassare +455 miliardi di dollari nel 2023, sembra che la Creator Economy abbia un asso nella manica per i brand che vogliono raggiungere rapidamente le NewGen: il contatto con il pubblico di più giovani.

Pensaci bene: i social network stanno continuando a sviluppare diverse funzionalità per rendere “l’influenza” dei Creator sempre più spontanea e intuitiva per il pubblico a loro più affezionato (le NewGen).

L’attivazione di Creator e Influencer – quindi – può offrire al tuo brand la possibilità di costruire un legame duraturo con il tuo target di riferimento. E no, non serve che i Creator siano necessariamente famosi: spesso gli utenti si lasciano influenzare dai Creator “più piccoli” proprio perché più genuini, quindi credibili.

Il tuo brand può sfruttare quest’autenticità per trasmettere la propria storia in modo naturale e coinvolgente, differenziandosi dai competitor in modo originale.

Il risultato? La creazione di una community fedele e il potenziamento di engagement e awareness intorno ai tuoi prodotti e servizi: mica scherziamo quando diciamo che il valore della Creator Economy è di 104 miliardi di dollari.

104MLD di dollari: valore del mercato della Creator Economy; 303M di Creator attivi a livello mondiale

POV: stai pensando che il tuo brand abbia bisogno di attivare un Creator per matchare con le NewGen?

Keep Calm: hai “soltanto” bisogno di ottimizzare le strategie del tuo brand, utilizzare uno storytelling chiaro e intuitivo, creare contenuti di tendenza e analizzare i risultati della strategia. L’obiettivo? Riuscire a creare un dialogo personalizzato per le NewGen.

Quanta voglia hai di fare economia con loro? Clicca qui per scoprire come raggiungerle!